1. Introduzione: una questione antica che ritorna
Nel cammino della storia cristiana, alcune idee riemergono ciclicamente come onde sotterranee. Una delle più gravi e persistenti è la convinzione che il Dio dell’Antico Testamento sia diverso, se non addirittura opposto, rispetto a quello del Nuovo Testamento. Secondo questa visione distorta, il Dio dell’AT sarebbe crudele, vendicativo, tribale, quasi un despota cosmico: non il Padre di Gesù Cristo, ma un potere minore, un “daemon”.
Questa lettura – che oggi risuona in certe forme spiritualiste, esoteriche e persino pop – affonda le sue radici nello gnosticismo antico. Ma oggi, come allora, la Chiesa ribadisce con forza: il Dio che ha parlato a Mosè nel roveto ardente è lo stesso che ha risuscitato Gesù dai morti. Non ci sono due dèi, ma un solo Dio: Creatore, Redentore, Amico dell’uomo.
Come ha detto il Cardinale Giacomo Biffi: “Il cristianesimo non è una religione, è un fatto. È l’irruzione di Dio nella storia, che ci ha parlato attraverso i patriarchi, i profeti, e infine nel Figlio”.
2. Le radici antiche dell’eresia: lo gnosticismo
Già nei primi secoli, autori come Marcione, Basilide, Valentino diffondevano una visione dualista del mondo: lo spirito sarebbe buono, la materia cattiva. Da qui la convinzione che il Dio che ha creato la materia non possa essere il vero Dio.
Marcione di Sinope
Marcione fu il primo a proporre apertamente la separazione tra il Dio dell’AT e quello di Gesù Cristo. Rifiutava l’Antico Testamento e riduceva il Nuovo a una versione mutilata del Vangelo di Luca e delle lettere paoline. Per lui, Gesù non compiva la promessa fatta ad Abramo, ma veniva a liberarci da quel Dio, considerato un essere inferiore.
Questa idea – sebbene formalmente rigettata – continua a strisciare nella mentalità di molti: quando si contrappone “il Dio della legge” al “Dio dell’amore”, si cade, anche senza saperlo, nella trappola gnostica.
La risposta della Chiesa antica
I Padri della Chiesa reagirono con forza. Sant’Ireneo, nella sua opera “Contro le eresie”, scrive:
“Cristo non avrebbe potuto compiere le promesse se non fosse stato il Figlio del Dio che parlò ai Patriarchi” (III, 11,8).
Tertulliano, nel suo trattato contro Marcione, ribadisce:
“Cristo è il compimento della Legge, non la sua negazione. Non tagliate la verità a vostro piacere. Il Dio di Mosè è il Dio di Gesù” (Adv. Marcionem, I,1).
San Giustino, invece, sottolinea nel suo “Dialogo con Trifone” che la Legge mosaica e i Profeti sono parte di un’unica pedagogia divina che conduce a Cristo.
3. L’eresia gnostica oggi
Nel nostro tempo, l’antico veleno gnostico si è rivestito di linguaggi nuovi. Non si parla più di demiurgo, ma si insinua che il Dio dell’Antico Testamento sia superato, inadeguato, non più credibile. Questa idea si è propagata in:
Teosofia (H.P. Blavatsky)
Nel suo libro “La Dottrina Segreta”, Blavatsky dipinge YHWH come un dio minore, oppressivo, mentre rivaluta Lucifero come simbolo di liberazione e luce.
Antroposofia (R. Steiner)
Steiner interpreta il Cristo come una sorta di spirito solare cosmico, ma il Dio biblico viene relativizzato come manifestazione temporanea di una coscienza spirituale più vasta.
New Age
In molti ambienti New Age, Dio è visto come un’energia impersonale. Il Dio dell’AT, con le sue leggi e giudizi, viene rifiutato come figura obsoleta.
Correnti luciferiane e satanismo filosofico
Alcuni movimenti attribuiscono al Dio biblico il ruolo del “cattivo”, mentre Satana sarebbe il vero amico dell’umanità, che dona la conoscenza proibita. Una ripresa diretta della gnosi più estrema.
Massoneria esoterica (in alcune varianti)
Nel Rito di Memphis-Misraïm, ad esempio, compaiono interpretazioni che considerano il Dio biblico come un’emanazione da superare, mentre l’uomo deve diventare dio di se stesso.
Teorie pseudoscientifiche (es. raeliani)
Movimenti come i raeliani reinterpretano la Bibbia come cronaca di esperimenti genetici alieni. YHWH sarebbe uno tra molti “ingegneri cosmici”.
4. La risposta della Chiesa cattolica
La Chiesa ha sempre parlato con voce ferma e chiara: il Dio dell’Antico Testamento è il vero Dio, il solo Dio.
Il Concilio Vaticano II, nella costituzione Dei Verbum, afferma:
“Dio, ispiratore e autore dei libri dell’Antico e del Nuovo Testamento, ha voluto rivelarsi e farsi conoscere. […] I libri dell’Antico Testamento contengono una pedagogia divina, prefigurano e annunciano la salvezza” (DV, 15-16).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai nn. 121-123, insegna che l’Antico Testamento è parte integrante della Sacra Scrittura, e che la sua lettura è fondamentale per il cristiano.
Il Cardinale Biffi ha affermato:
“La Bibbia è una grande narrazione unitaria. L’Antico Testamento ci offre le chiavi per comprendere la pienezza di Cristo. Senza questa continuità, il Vangelo diventa un’idea astratta, non un evento nella storia”.
5. Come leggere oggi l’Antico Testamento?
Il primo criterio è quello cristologico: tutto va letto alla luce di Cristo. La Legge, i Profeti, la Sapienza, i Salmi – tutto parla di Lui. Dice Gesù ai discepoli di Emmaus:
“Cominciando da Mosè e da tutti i Profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,27).
I sensi della Scrittura, secondo la tradizione, sono quattro:
- Letterale: ciò che il testo dice storicamente.
- Allegorico: ciò che annuncia in Cristo.
- Morale: ciò che insegna alla coscienza.
- Anagogico: ciò che apre alla speranza eterna.
Scrive San Girolamo:
“Ignorare le Scritture è ignorare Cristo”.
E Benedetto XVI, nel suo volume “Gesù di Nazaret”, osserva:
“Solo comprendendo il cammino dell’Antico Testamento si può davvero comprendere Gesù. Egli viene da quella storia, da quelle promesse, da quella fede”.
6. In sintesi
Separare l’Antico dal Nuovo Testamento è un atto di rottura con la fede della Chiesa. È il rifiuto dell’incarnazione, della storia, della croce. Ma il cristianesimo è storia, carne, croce. È il Dio che si è fatto uomo, entrando nel tempo, nella genealogia di Israele.
Come ha detto il Cardinale Biffi:
“Gesù non è il fondatore di una nuova religione, ma il compimento di una promessa. È la fedeltà di Dio fatta carne.”
Dunque, chi rigetta il Dio dell’Antico Testamento, alla fine, non riconosce davvero Gesù. E chi riconosce Gesù, riconosce anche Abramo, Mosè, i Profeti: perché Dio è Uno, e la sua storia è una.
Bibliografia essenziale
- Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie
- Tertulliano, Contro Marcione
- San Giustino, Dialogo con Trifone
- Concilio Vaticano II, Dei Verbum
- Catechismo della Chiesa Cattolica (nn. 101-141)
- Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, vol. I
- Giacomo Biffi, Cristianesimo e gnosi, Ed. Jaca Book
- H. Blavatsky, La Dottrina Segreta (lettura critica)
- R. Steiner, La scienza occulta (lettura critica)
- C. Ghidelli, Introduzione alla Bibbia, Ed. Queriniana