Nicolas de Chamfort affermava che “La mediocrità è così presuntuosa che si crede superiore a tutto ciò che non comprende.” Questa frase racchiude una verità profonda sull’animo umano: chi è spiritualmente povero o vuoto spesso si erge a giudice degli altri, accusandoli di ciò che egli stesso teme di non essere. È il paradosso dell’invidia: l’inferiorità percepita si trasforma in disprezzo, come diceva anche Arthur Schopenhauer: “L’invidia nel mediocre si manifesta col disprezzo.”
Nella prospettiva cristiana, questo atteggiamento si radica nell’orgoglio e nella superbia, che accecano il cuore e impediscono di riconoscere il valore degli altri. Cristo stesso ci ha ammonito contro il giudizio ingiusto:
“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?” (Luca 6,41)
Chi non ha maturato la propria identità in Cristo, chi non ha trovato nella sua vita una verità da testimoniare, spesso accusa gli altri di falsità, di ipocrisia, di voler apparire ciò che non sono. È la dinamica del fariseismo: la presunzione di essere giusti mentre si condanna chi cerca sinceramente il bene.
San Giovanni della Croce ci avverte che chi vive nelle tenebre del proprio orgoglio non sopporta la luce altrui:
“L’anima che cammina nell’amore, né stanca né si stanca.”
Chi ha una missione, chi è consapevole del dono ricevuto, non si preoccupa delle critiche dei mediocri, ma prosegue con umiltà e determinazione. San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, ci esorta a restare saldi nel bene senza lasciarci abbattere dai giudizi altrui:
“Fate tutto per amore, nulla per forza.”
Papa Benedetto XVI ci ricorda che il vero cristiano non è ossessionato dall’apparire, ma dall’essere:
“La santità non consiste nel compiere imprese straordinarie, ma nell’unione con Cristo, nel vivere i suoi misteri.”
Chi è radicato nella verità non ha bisogno di apparire: vive con autenticità, libero dalle catene dell’opinione altrui. Il vero pericolo è nell’atteggiamento opposto, in quella mediocrità che cerca di demolire ciò che non riesce a comprendere. Come scrive San Bernardo di Chiaravalle:
“Colui che si esalta sarà umiliato, e colui che si umilia sarà esaltato.”
Chi non è nessuno, chi non ha costruito la propria esistenza sulla verità, cercherà di demolire chiunque emerga, perché la luce rivela la sua oscurità. Ma il cristiano è chiamato a perseverare nella verità senza timore, sapendo che l’ultima parola spetta sempre a Dio.