Le molteplici “anime” delle associazioni templariste italiane
In Italia esistono oltre 40 associazioni che si definiscono “templari”: si dividono tra correnti caritative e esoteriche, e mostrano una forte frammentazione interna. Molte realtà nascono, si separano, si dividono ancora, in un perpetuo scindersi: una divisione che appare la regola e non l’eccezione.
Importante notare che alcune di queste organizzazioni — anche se numericamente modeste — acquisiscono visibilità soprattutto grazie a una forte esposizione sul web, partecipazione pubblica a eventi o promozione attiva. In certi casi la Chiesa ne sfrutta la presenza per attività di facciata… quando e se necessario.
Un fenomeno in declino: il tempo che scorre
Nonostante l’attenzione mediatica, l’età media alta e la difficoltà di rinnovarsi con le nuove generazioni denunciano una traiettoria di declino. Come molte associazioni analoghe, anche quelle templariste stanno erodendo le proprie basi, segnando un trend in calo che difficilmente invertirà. Entro un decennio, si stima che possano ridursi ad almeno la metà dell’attuale consistenza: un fenomeno ciclico che segue il naturale avvicendarsi generazionale.
Roma vs Realtà nazionale
Sebbene molte associazioni abbiano sede in Roma, il loro impatto resta molto circoscritto a livello nazionale. Questa percezione radicata a Roma non si riflette su scala nazionale: spesso queste associazioni si presentano come nazionali o addirittura internazionali, ma la realtà è più inconsistente e ridimensionata.
Carità con accenti esoterici
Alcune associazioni propongono una forte pratica caritativa — raccolta fondi, servizi di volontariato, supporto ai bisognosi — ma mantengono posizioni esoterico-templariste. Dai materiali promozionali è possibile riconoscere rituali, riferimenti simbolici cabalistici e pseudo-iniziatici. Il risultato? Una commistione tra devozione filantropica e un richiamo nostalgico a un passato cavalleresco ed “esoterista”.
Un pubblico invecchiato, guardando al passato
La contrapposizione tra preservazione del passato e realtà moderna è netta. Tali associazioni sono spesso presidiate da anziani antimodernisti, nostalgici di un immaginario medievale, che rifiutano le contraddizioni del tempo presente. La nuova generazione, legata alla modernità, mostra scarso interesse. Il templarismo appare sempre più una curiosità storica o una “moda” in attesa di estinguersi.
La risposta ufficiale della Chiesa: rinnovare il Santo Sepolcro e attendere
La Chiesa ha adottato una strategia duplice:
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Non contrastare frontalmente, ma piuttosto attendere: l’età media elevata farebbe da sé nel ridurre i numeri.
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Investire su realtà legittimate, come l’Ordine del Santo Sepolcro, che possiede vocazione caritativa e un riconoscimento canonico già verificato.
In questo modo, la Chiesa si posiziona pronta a sostenere istituzioni ufficiali, mentre lascia che il “ciclo naturale” delle organizzazioni templariste vada verso conclusione. Le associazioni templariste non hanno riconoscimento ecclesiastico generale, ma in pochi casi solo locale, il Vaticano preferisce non accompagnarle ufficialmente in percorsi di rinnovamento.
Che succederà nei prossimi anni?
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Estinzione graduale: molte associazioni scompariranno, per riduzione demografica o scarso rinnovamento.
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Solitudine delle “sopravvissute”: quelle poche rimaste dovranno scegliere se evolvere verso forme più credibili, o rimanere ancorate a pratiche esoteriche e scenografiche.
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Interregno generazionale: la loro rilevanza dipenderà dalla capacità di attrarre nuove generazioni e orientarsi verso cause concrete e riconosciute.
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Presenza pubblica residuale: finché dureranno, parteciperanno – a volte anche fuori dalla cornice ecclesiale ufficiale — alla vita pubblica, ma con influenza marginale.
In conclusione
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Il tempo è il loro peggior nemico: età, divisione interna, scarsa attrattiva per i giovani li porteranno a scomparire gradualmente. Il cambio generazionale alla direzione sarà la vera prova per molte, figure fondative carismatiche personaliste saranno non replicabili.
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Cade la moda, rimane la sostanza: come altre tendenze associative storiche, seguono un ciclo. Il templarismo italiano sta per concludere il suo.
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La Chiesa aspetta, senza cedere la posta: preferisce puntare su realtà ufficiali (es. Santo Sepolcro) e lascia che il fenomeno compia la sua parabola.
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Il futuro è agli inizi: pochi anni basteranno a capire se una nuova forma – più autentica e riconosciuta – nascerà dalle ceneri, oppure se non resterà altro che un ricordo.
Bibliografia essenziale
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Biffi, Giacomo, Il Cristianesimo non è una religione, Jaca Book, Milano, 2006.
(Capitoli sulla differenza tra esperienza cristiana e derive gnostiche/esoteriche) -
Barber, Malcolm, I Templari. Storia e leggenda dei cavalieri del Tempio, Laterza, Bari-Roma, 2007.
(Fondamentale per la distinzione tra Templari storici e ricostruzioni moderne) -
Introvigne, Massimo, Il ritorno del sacro. Nuovi movimenti religiosi e religiosità alternativa in Italia, Elledici, Torino, 1993.
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Introvigne, Massimo, I cavalieri templari. Mito e realtà, Sugarco Edizioni, Milano, 2005.
(Analisi dettagliata della nascita del neotemplarismo moderno) -
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(Utile per comprendere quali associazioni abbiano riconoscimento ecclesiale) -
Zanatta, Carlo, L’esoterismo contemporaneo e la sua influenza sulla spiritualità popolare, in “Archivio di Scienze Religiose”, n. 1/2015, pp. 43-60.
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Frale, Barbara, I Templari e la Sindone di Cristo, Il Mulino, Bologna, 2009.
(Per comprendere l’uso simbolico dei riferimenti templari anche nella cultura cattolica contemporanea) -
Diotallevi, Luca, La secolarizzazione inversa. Il caso italiano, Laterza, Roma-Bari, 2020.
(Per una cornice sociologica sul declino delle associazioni religiose tradizionali e nuove forme) -
Ufficio Comunicazione CEI, Linee guida per il discernimento su gruppi, movimenti e nuove comunità, CEI, Roma, 2004.
(Indica i criteri della Chiesa per il riconoscimento delle realtà associative cattoliche)