Giancarlo Restivo

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Introduzione

Essere un cavaliere di desiderio non è solo un’aspirazione, ma un percorso trasformativo che nasce da un’inquietudine del cuore e dalla scoperta di una compagnia di uomini e donne mossi dallo stesso anelito verso il vero, il buono e il bello. Il cavaliere di desiderio è colui che, incontrando il cavalierato templare contemporaneo, intuisce un significato più profondo della propria vita. Questo incontro non è semplicemente intellettuale, ma un avvenimento che tocca il cuore e apre alla possibilità di un ideale vissuto.

  1. Il Desiderio: una Chiamata alla Verità

Il desiderio che muove un cavaliere è innanzitutto un’inquietudine. È quella sete di significato che nessun compromesso del mondo moderno riesce a saziare. Sant’Agostino scrive: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”. Questo desiderio è il seme di una vocazione: la chiamata a qualcosa di più autentico, vigoroso e radicale. Un cavaliere di desiderio vuole abbracciare una vita che non si accontenta della mediocrità, ma che punta a incarnare l’ideale cristiano con tutta la propria esistenza.

  1. L’Incontro: Un Avvenimento Trasformante

Il percorso del cavaliere di desiderio inizia con un incontro. Questo incontro, come descritto nei Vangeli, è un evento concreto e storico, che accade in uno spazio e in un tempo specifici. Come per Giovanni e Andrea, che seguendo Gesù dissero: “Abbiamo trovato il Messia”, anche per il cavaliere l’incontro con il cavalierato è l’esperienza di una diversità che attrae e convince. È l’impatto con una compagnia d’armi che vive l’ideale cristiano come un’esperienza reale e condivisa.

  1. Un Ideale Comune: La Vita di un Popolo

Il cavaliere di desiderio si inserisce in una fraternità che non è semplicemente un gruppo, ma un popolo unito da un ideale comune. Come scrive Eliot, i cristiani vivono in un mondo dove l’usura, la lussuria e il potere dominano, ma resistono grazie a un ideale che vale la pena di vivere e, se necessario, di morire. Questo ideale è Cristo stesso, il Cavaliere Bianco dell’Apocalisse, e la compagnia dei cavalieri templari è la manifestazione visibile di questa tensione verso il definitivo.

  1. Il Sì della Fede

Il cavaliere di desiderio è chiamato a dire un come quello di San Pietro a Cristo: “Sì, tu lo sai che ti amo”. Questo sì è l’inizio di un cammino che coinvolge tutta la persona, dalla ragione all’affettività. È un sì che porta alla metanoia, un cambiamento radicale della propria vita, e che trova la sua forza nella fede. La fede, come compimento della ragione, diventa intelligenza nuova e capacità di leggere la realtà con occhi diversi.

  1. L’Immedesimazione a Cristo

Essere un cavaliere di desiderio significa iniziare un processo di immedesimazione a Cristo. Come dice San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Questo significa entrare nella compagnia di Cristo e dei suoi discepoli, il Corpo Mistico, e farne parte attivamente. L’immedesimazione non è un processo astratto, ma avviene attraverso la vita concreta e le sfide quotidiane affrontate con lo spirito del Tempio di Dio.

  1. La Compagnia d’Armi: Un Luogo di Combattenti

Il cavaliere di desiderio è attratto dalla compagnia d’armi della Chiesa, un luogo di combattenti che non arretrano davanti alle sfide del male e del mondo. Questa fraternità non è solo un sostegno, ma un’esperienza viva di condivisione di un ideale comune. È nella compagnia che il cavaliere trova il coraggio di affrontare il combattimento spirituale, sapendo di non essere mai solo.

  1. Un Ideale che Plasma la Vita

Il cavaliere di desiderio non cerca un’ideale astratto, ma un ideale che plasmi tutta la sua vita. L’ideale cristiano non è solo un’idea, ma una persona: Cristo. Questo ideale si traduce in una vita vissuta intensamente, dove ogni gesto, ogni relazione e ogni decisione sono orientati verso il bene ultimo. Come diceva un antico padre della Chiesa: “Vivere Cristo significa vivere per gli altri”.

 

Bibliografia

Fonti Bibliche

  • Bibbia Sacra, versione CEI (Conferenza Episcopale Italiana)
  • Vangelo secondo Giovanni, in particolare Gv 1,35-42 (l’incontro con Cristo)
  • Lettera ai Galati, Gal 3,27-28 (immedesimazione in Cristo)
  • Seconda Lettera ai Corinzi, 2Cor 5,14 (la missione spinta dall’amore di Cristo)

Fonti Patristiche e Medievali

  • Sant’Agostino, Confessioni (Libro I, cap. 1: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”)
  • San Bernardo di Chiaravalle, De Laude Novae Militiae (Elogio della nuova cavalleria)
  • Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-II, q. 23-46 (sulla carità e la missione cristiana)
  • Jacques de Vitry, Historia Orientalis (descrizione dell’ideale templare)

Fonti Magisteriali e Teologiche

  • Papa Benedetto XVI, Spe Salvi (sulla speranza cristiana come motore dell’azione)
  • Papa Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio (sulla missione della Chiesa nel mondo)
  • Luigi Giussani, Il senso religioso (sull’incontro con Cristo come evento di senso per la vita)
  • Henri de Lubac, Cattolicismo. Aspetti sociali del dogma (sul significato della comunità cristiana e della missione)

Fonti Storiche e Letterarie

  • T.S. Eliot, Cori da “La Rocca” (sul vuoto spirituale del mondo moderno)
  • Charles Péguy, Il mistero della carità di Giovanna d’Arco (sulla missione e la santità dei semplici)
  • René Grousset, L’epopea delle Crociate (sulla cavalleria medievale e il suo spirito)
  • Georges Duby, I cavalieri e la cavalleria nel Medioevo (sul valore storico e culturale della cavalleria)

Fonti Contemporanee sul Cavalierato Templare

  • Marco Meschini, I Templari. Storia e mito dei cavalieri del Tempio
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