Introduzione
Essere un cavaliere di desiderio non è solo un’aspirazione, ma un percorso trasformativo che nasce da un’inquietudine del cuore e dalla scoperta di una compagnia di uomini e donne mossi dallo stesso anelito verso il vero, il buono e il bello. Il cavaliere di desiderio è colui che, incontrando il cavalierato templare contemporaneo, intuisce un significato più profondo della propria vita. Questo incontro non è semplicemente intellettuale, ma un avvenimento che tocca il cuore e apre alla possibilità di un ideale vissuto.
- Il Desiderio: una Chiamata alla Verità
Il desiderio che muove un cavaliere è innanzitutto un’inquietudine. È quella sete di significato che nessun compromesso del mondo moderno riesce a saziare. Sant’Agostino scrive: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”. Questo desiderio è il seme di una vocazione: la chiamata a qualcosa di più autentico, vigoroso e radicale. Un cavaliere di desiderio vuole abbracciare una vita che non si accontenta della mediocrità, ma che punta a incarnare l’ideale cristiano con tutta la propria esistenza.
- L’Incontro: Un Avvenimento Trasformante
Il percorso del cavaliere di desiderio inizia con un incontro. Questo incontro, come descritto nei Vangeli, è un evento concreto e storico, che accade in uno spazio e in un tempo specifici. Come per Giovanni e Andrea, che seguendo Gesù dissero: “Abbiamo trovato il Messia”, anche per il cavaliere l’incontro con il cavalierato è l’esperienza di una diversità che attrae e convince. È l’impatto con una compagnia d’armi che vive l’ideale cristiano come un’esperienza reale e condivisa.
- Un Ideale Comune: La Vita di un Popolo
Il cavaliere di desiderio si inserisce in una fraternità che non è semplicemente un gruppo, ma un popolo unito da un ideale comune. Come scrive Eliot, i cristiani vivono in un mondo dove l’usura, la lussuria e il potere dominano, ma resistono grazie a un ideale che vale la pena di vivere e, se necessario, di morire. Questo ideale è Cristo stesso, il Cavaliere Bianco dell’Apocalisse, e la compagnia dei cavalieri templari è la manifestazione visibile di questa tensione verso il definitivo.
- Il Sì della Fede
Il cavaliere di desiderio è chiamato a dire un sì come quello di San Pietro a Cristo: “Sì, tu lo sai che ti amo”. Questo sì è l’inizio di un cammino che coinvolge tutta la persona, dalla ragione all’affettività. È un sì che porta alla metanoia, un cambiamento radicale della propria vita, e che trova la sua forza nella fede. La fede, come compimento della ragione, diventa intelligenza nuova e capacità di leggere la realtà con occhi diversi.
- L’Immedesimazione a Cristo
Essere un cavaliere di desiderio significa iniziare un processo di immedesimazione a Cristo. Come dice San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. Questo significa entrare nella compagnia di Cristo e dei suoi discepoli, il Corpo Mistico, e farne parte attivamente. L’immedesimazione non è un processo astratto, ma avviene attraverso la vita concreta e le sfide quotidiane affrontate con lo spirito del Tempio di Dio.
- La Compagnia d’Armi: Un Luogo di Combattenti
Il cavaliere di desiderio è attratto dalla compagnia d’armi della Chiesa, un luogo di combattenti che non arretrano davanti alle sfide del male e del mondo. Questa fraternità non è solo un sostegno, ma un’esperienza viva di condivisione di un ideale comune. È nella compagnia che il cavaliere trova il coraggio di affrontare il combattimento spirituale, sapendo di non essere mai solo.
- Un Ideale che Plasma la Vita
Il cavaliere di desiderio non cerca un’ideale astratto, ma un ideale che plasmi tutta la sua vita. L’ideale cristiano non è solo un’idea, ma una persona: Cristo. Questo ideale si traduce in una vita vissuta intensamente, dove ogni gesto, ogni relazione e ogni decisione sono orientati verso il bene ultimo. Come diceva un antico padre della Chiesa: “Vivere Cristo significa vivere per gli altri”.
Bibliografia
Fonti Bibliche
- Bibbia Sacra, versione CEI (Conferenza Episcopale Italiana)
- Vangelo secondo Giovanni, in particolare Gv 1,35-42 (l’incontro con Cristo)
- Lettera ai Galati, Gal 3,27-28 (immedesimazione in Cristo)
- Seconda Lettera ai Corinzi, 2Cor 5,14 (la missione spinta dall’amore di Cristo)
Fonti Patristiche e Medievali
- Sant’Agostino, Confessioni (Libro I, cap. 1: “Il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te”)
- San Bernardo di Chiaravalle, De Laude Novae Militiae (Elogio della nuova cavalleria)
- Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-II, q. 23-46 (sulla carità e la missione cristiana)
- Jacques de Vitry, Historia Orientalis (descrizione dell’ideale templare)
Fonti Magisteriali e Teologiche
- Papa Benedetto XVI, Spe Salvi (sulla speranza cristiana come motore dell’azione)
- Papa Giovanni Paolo II, Redemptoris Missio (sulla missione della Chiesa nel mondo)
- Luigi Giussani, Il senso religioso (sull’incontro con Cristo come evento di senso per la vita)
- Henri de Lubac, Cattolicismo. Aspetti sociali del dogma (sul significato della comunità cristiana e della missione)
Fonti Storiche e Letterarie
- T.S. Eliot, Cori da “La Rocca” (sul vuoto spirituale del mondo moderno)
- Charles Péguy, Il mistero della carità di Giovanna d’Arco (sulla missione e la santità dei semplici)
- René Grousset, L’epopea delle Crociate (sulla cavalleria medievale e il suo spirito)
- Georges Duby, I cavalieri e la cavalleria nel Medioevo (sul valore storico e culturale della cavalleria)
Fonti Contemporanee sul Cavalierato Templare
- Marco Meschini, I Templari. Storia e mito dei cavalieri del Tempio