Giancarlo Restivo

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Premessa

È provvidenziale guardare a questo nostro tempo con occhi cavallereschi. Non per nostalgia di un passato, ma perché oggi la Chiesa ha un Papa che porta nel cuore e nelle mani il polso della cavalleria. Leone XIV non solo richiama gli ordini cavallereschi alla loro vocazione originaria, ma egli stesso appartiene a ordini cavallereschi riconosciuti dalla Santa Sede:

  • è Bailo Gran Croce d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM),

  • è Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSH),

  • ed è vicino all’esperienza dei Cavalieri di Colombo, che lo hanno accolto con affetto fin dall’inizio del pontificato.

Non si tratta dunque di discorsi astratti: è la sua stessa vita ecclesiale che testimonia questo legame.

Per questo la cavalleria oggi ha una grazia particolare: può crescere come cammino di fede, perché il Papa stesso ne sottolinea il peso e il valore. Egli propone a ciascuno di noi un paradigma cavalleresco di vita cristiana, che ci aiuta a percorrere il cammino della fede con semplicità e fermezza.


1. Ordine di Malta: carità e fede come milizia

Nel messaggio all’Ordine di Malta, il Papa ha ricordato che la missione è tuitio fidei e obsequium pauperum. Non basta fare opere: senza radicarsi in Cristo, senza un abbandono quotidiano alla Sua Presenza, tutto rischia di ridursi a mondanità.
Il cavaliere, dice il Papa, non è chi cerca titoli o potere, ma chi si abbandona a Cristo per servire il bisogno del cuore di ognuno di noi. È la lotta più vera: vincere l’egoismo dentro di sé per farsi dono.


2. Cavalieri di Colombo: segni di speranza

Ai Cavalieri di Colombo Leone XIV ha chiesto di essere segni tangibili di speranza. Non difendere un’identità per orgoglio, ma aderire con semplicità alla carità quotidiana, quella che nasce dal Vangelo.
Il cavaliere cristiano oggi combatte non con la spada, ma con la fedeltà: con la compagnia data a chi è solo, con la vicinanza concreta al debole.

Qui si innesta una intuizione decisiva: il cavaliere protegge la mendicanza di ognuno di noi. La mendicanza – la domanda del cuore, l’attesa di Cristo che vibra in ciascuno – ha bisogno di essere custodita. Il cavaliere non difende solo i confini della fede, ma custodisce il grido dell’uomo, lo spazio della sua domanda, perché possa aprirsi a Cristo senza essere schiacciata dalla mondanità.


3. Ordine del Santo Sepolcro: custodi della speranza

Guardando all’Ordine del Santo Sepolcro, il Papa ha sottolineato la custodia: custodire i Luoghi Santi, custodire i cristiani perseguitati, custodire la memoria viva del Vangelo, cutodi della fede e, quindi, di un’umanità cambiata dall’incontro con Cristo.
Custodire significa affezionarsi a Cristo fino a dire “Io sono Tu che mi fai”, e per questo avere la forza di difendere chi è indietro.
Il cavaliere è colui che custodisce la mendicanza della Chiesa, proteggendo la speranza che nasce dall’incontro con Cristo.


4. Essere cavalieri oggi secondo Papa Leone XIV

Da questi interventi emergono tre direttrici:

  • Testimonianza: la vita del cavaliere è pubblica, non nascosta. È una fede che non teme di giocarsi nel quotidiano e in ogni ambito della vita.

  • Servizio: il cavaliere non difende più mura o castelli, ma difende il bisogno del cuore, la profondità delle nostre domande, il dolore di molti, tra i poveri, i malati, gli scartati, i disordinati d’animo.

  • Lotta spirituale: la battaglia è contro la mondanità, l’indifferenza, la superficialità. La sua arma è la preghiera nella memoria dell’incontro con Cristo che permane nella compagnia che Egli genera attorno al cavaliere, il suo scudo è, quindi, la compagnia cristiana, la sua forza è la carità, il dare la vita per i propri amici e la capacità di perdonare coloro che gli sono avversi.


5. Conclusione

Papa Leone XIV ci ricorda che la cavalleria non è finita. Essa è un avvenimento presente: rinasce ogni volta che un cristiano si lascia afferrare da Cristo e vive la fede come dono agli altri.

Il cavaliere non porta più una spada, ma porta una croce; non difende castelli, ma custodisce comunità; non cerca gloria per sé, ma testimonia l’appartenenza a un Altro.
E soprattutto, il cavaliere protegge la nostra mendicanza, custodisce quel bisogno di Cristo che ci definisce: così la cavalleria diventa strumento di fedeltà alla Chiesa e sequela al Papa.

Bibliografia

Fonti magisteriali e discorsi di Papa Leone XIV

  • Leone XIV, Messaggio al Sovrano Militare Ordine di Malta per la Solennità di San Giovanni Battista, 24 giugno 2025, in Vatican News.

  • Leone XIV, Discorso ai Cavalieri di Colombo in occasione della 143ª Supreme Convention, agosto 2025, in Vatican News.

  • Leone XIV, Urbi et Orbi. Pace a voi, 8 maggio 2025, in Vatican News.

  • Leone XIV, Discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 2025.

  • Leone XIV, Messaggi all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, 2025.

Fonti pontificie di riferimento

  • Leone XIII, Sapientiae Christianae, 1890.

  • Leone XIII, Rerum Novarum, 1891.

  • Giovanni Paolo II, Christifideles Laici, 1988.

  • Benedetto XVI, Spe Salvi, 2007.

Ordini cavallereschi e documenti istituzionali

  • Sovrano Militare Ordine di Malta, Costituzione e Carta Magistrale, Roma, 2020.

  • Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Statuti Generali, Roma, 2020.

  • Supreme Council of the Knights of Columbus, Constitution and By-Laws, New Haven, 2021.

Approfondimenti teologici e culturali

  • Giussani, L., Il senso religioso, Milano: Rizzoli, 1997.

  • De Marchi, A., Gli ordini cavallereschi della Chiesa cattolica, Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2018.

  • Toomaspoeg, K., Gli ordini religiosi-cavallereschi in età medievale, Bologna: Il Mulino, 2016.

  • De Vergottini, G., Il papato e la cavalleria, Roma: Studium, 2002.

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