Giancarlo Restivo

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Roma, 22 giugno 2025 — È una giornata destinata a segnare un punto di svolta nella storia della cavalleria cattolica contemporanea. Ieri, nella solennità del Corpus Domini, Papa Leone XIV ha voluto attorno a sé i Cavalieri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dando così un segnale forte e inequivocabile: la Chiesa riconosce e rilancia il ruolo della cavalleria autentica.

La Luogotenenza per l’Italia Centrale – Sezione di Roma dell’Ordine ha preso parte alla Santa Messa celebrata da Sua Santità sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano, per poi accompagnarlo nella processione eucaristica verso la Basilica di Santa Maria Maggiore, durante la quale i Cavalieri del Santo Sepolcro hanno avuto l’altissimo privilegio di sorreggere il baldacchino del Santissimo Sacramento.

Questo gesto solenne non è stato solo un riconoscimento simbolico, ma una precisa scelta ecclesiale. Il Santo Padre intende risolvere un nodo che da anni affligge l’ambito cavalleresco: il proliferare di piccoli ordini non riconosciuti, spesso privi di legittimità ecclesiale e di veri criteri di selezione.

Papa Leone XIV ha indicato con chiarezza una via: ciò che oggi viene svolto da numerose realtà pseudo-cavalleresche, spesso disomogenee, potrà e dovrà essere affidato all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro. L’obiettivo è unificare, purificare e rilanciare il senso della cavalleria nella Chiesa.

A tal fine, si auspica una riforma interna all’Ordine del Santo Sepolcro, che preveda:

  • l’abbassamento delle quote associative, così da permettere a un maggior numero di candidati idonei, soprattutto giovani, di accedere con la nuova generazione;

  • la garanzia di requisiti morali ed ecclesiali, come l’essere cattolici praticanti e con una condotta irreprensibile secondo la disciplina della Chiesa;

  • la possibilità di assumere ruoli concreti di servizio, come l’ordine liturgico e la custodia delle chiese, attività oggi spesso affidate a realtà spurie o disordinate.

Ma c’è di più: con questo gesto, il Papa lancia un messaggio chiaro e inequivocabile. Gli ordini riconosciuti ci sono già. Non è necessario fondarne di nuovi o riconoscerne altri. Chi sente dentro di sé una vocazione cavalleresca, se è degno e ne ha i requisiti, può proporsi agli ordini esistenti, e se giudicato idoneo, potrà entrarvi. La vera selezione, ecclesiale e spirituale, passa dalla fedeltà alla Chiesa e dalla volontà di servire, non dall’autoreferenzialità.

È una buona notizia per la cavalleria. Ma è anche una sfida: rispondere con autenticità, rigore e spirito di comunione. Non per moltiplicare titoli, ma per vivere la Croce con fierezza e obbedienza. L’epoca delle derive pseudo-cavalleresche potrebbe trovare così il suo tramonto, per lasciare spazio a un rinnovato slancio evangelico, radicato nella Tradizione e riconosciuto dal Magistero.

La cavalleria cristiana, nella luce di questo gesto profetico di Papa Leone XIV, rinasce nel solco dell’unità e della verità.

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