Ci sono tempi in cui la parola unità diventa un idolo e la parola divisione un delitto. Ma la storia della Chiesa ci insegna che non ogni unità viene da Dio, e non ogni divisione viene dal male.
San Massimo il Confessore, quando l’impero cercava una pace a prezzo della verità, rispose con fermezza:
“Non c’è nulla di più temibile del compiere l’unità a spese della verità.”
Fu perseguitato, mutilato, ma rimase libero: la libertà dei figli che non si inginocchiano davanti alla menzogna.
La cavalleria cristiana comincia qui: nel non cedere mai al compromesso col falso, neppure per quieto vivere. È la lealtà di chi ama la verità più della propria tranquillità.
La compagnia dei chiamati
Lo diciamo prima di tutto per aiutarci, perché ognuno di noi abbia ragioni chiare e un cuore desto.
La nostra compagnia non è una setta, né un club di devoti, ma un luogo dove ci si aiuta a riconoscere un Bene incontrato e a ricordare che questo Bene è per tutti, da comunicare al mondo intero.
Che differenza c’è tra un cristiano e un cavaliere cristiano?
Che il cristiano vive la fede come dono, il cavaliere decide per l’esistenza e la assume come vocazione.
Accoglie su di sé il compito di custodire e comunicare la verità, non come privilegio ma come missione accorata.
Il primo gesto di questa cavalleria fu quello di Simone di Cirene, l’uomo chiamato — letteralmente — a portare la Croce di Cristo.
In mezzo a tanti, viene scelto lui.
Così ciascuno di noi: tra la folla, vieni scelto tu.
E davanti a quella chiamata, ogni giorno abbiamo da riaffermare come Maria, il nostro “eccomi”, che è poi seguito da quel “accada di me secondo la tua parola” che ogni giorno ripetiamo nell’Angelus.
Questo eccomi è il cuore della cavalleria cattolica: un’adesione, non una performance; un affectus, direbbe la tradizione, cioè un’affezione reale per la Presenza che ci ha scelti.
Non un’idea, ma un avvenimento che accade nel tempo, un incontro che cambia lo sguardo e ridesta la memoria del Battesimo: lì abbiamo ricevuto la stessa chiamata di Simone, lì siamo stati “afferrati” per portare Cristo dentro il mondo.
Appartenenza e ascesi
Il cavaliere è colui che vive la propria fede come appartenenza: appartiene a Cristo e, in Lui, alla compagnia dei fratelli, una Fraternitas.
Appartenenza non come sentimento o organizzazione, ma come origine ontologica nuova, come inizio di un io che non è più solo.
Da questa appartenenza nasce la sussidiarietà concreta, il desiderio di aiutarsi a vicenda a portare il peso dell’altro, come membri di uno stesso Corpo.
Questa appartenenza domanda un’ascesi, cioè una lotta quotidiana: non la lotta del moralista, ma quella del figlio che si rialza ogni giorno per dire di nuovo “sì”.
Come un bambino che cade dieci volte ma tende sempre verso le braccia del Padre.
L’ascesi è questo: rinnovare ogni giorno l’adesione, lasciando che la verità ci formi, anche quando divide, anche quando costa.
Abbandonarsi e aiutarsi
Il cavaliere non si regge sulla propria forza, ma sull’abbandono fiducioso alla misericordia del Padre.
Questo abbandono non è rinuncia all’azione, ma il suo principio.
Solo chi si abbandona alla verità può agire con purezza, senza tornaconto.
Per questo, nella nostra compagnia, ci aiutiamo a vicenda: l’uno è sostegno all’altro, come le pietre di una cattedrale che reggono l’arco comune.
Ognuno completa ciò che manca all’altro, e così la verità non resta idea, ma diventa comunione operante.
La divisione che salva
Essere “divisi nella verità” non significa essere contro qualcuno, ma essere per Qualcuno.
È la separazione dal male, non dalle persone.
È la libertà di dire no alla menzogna, per custodire un sì più grande.
La verità non è un possesso, è una Presenza.
E chi vi aderisce, anche se resta solo, non è mai isolato, perché è unito a Cristo.
Meglio divisi nella verità che uniti nella menzogna:
meglio decimati, ma veri; meglio poveri, ma fedeli; meglio stanchi, ma liberi.
Perché l’unità fondata sull’errore è come un ponte di nebbia: sembra solido, ma al primo passo crolla.
La verità invece è roccia, e su quella roccia Cristo costruisce la sua Chiesa, non un fragile consenso.
In Fine…
La Fraternitas Caroli Magni della Schola Carlo Magno, educa persone dal cuore da cavaliere, affinché nascano da questa certezza: che la verità è una Presenza viva, da seguire e testimoniare.
Che l’amicizia cristiana è aiuto reciproco, ascesi condivisa, abbandono comune al Mistero che ci cambia.
E che la cavalleria cattolica non è un mito, ma un modo di vivere oggi l’appartenenza a Cristo nel mondo.
Perché la nostra missione è semplice: aiutarci a riconoscere il Bene incontrato e comunicarlo a tutti, come Simone di Cirene che porta la Croce accanto al Signore.
E davanti a quella chiamata, ogni giorno, domandando il sostegno della Madonna, il cavaliere ripete:
“Eccomi, sono la serva del Signore. Accada di me secondo la tua parola.” Angelus
Bibliografia e Fonti di Riferimento
Fonti patristiche e classiche
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San Massimo il Confessore, Epistola ad Marinum – in: PG 91, 268-269.
“Non c’è nulla di più temibile del compiere l’unità a spese della verità.”
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San Gregorio Magno, Moralia in Iob, XIX, 12.
“Melius est dividi in veritate quam uniri in errore.”
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Sant’Agostino d’Ippona, De Civitate Dei, XIX, 13; Enarrationes in Psalmos.
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San Leone Magno, Sermones e Lettere dogmatiche contro l’eresia monofisita.
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San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, II-II, q. 103-108 (sull’obbedienza e la verità come forma della carità).
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San Bernardo di Chiaravalle, De Laude Novae Militiae (Elogio della nuova cavalleria).
Fonti magisteriali
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Concilio Vaticano II, Lumen Gentium (1964), n. 8: la Chiesa come popolo di Dio in cammino nella verità.
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San Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor (1993): sull’unità tra verità e libertà.
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Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger), Discorso ai Vescovi Tedeschi (Colonia, 2005):
“Meglio divisi nella verità che uniti nella menzogna.”
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Benedetto XVI, Caritas in veritate (2009): la carità come forma della verità.
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Papa Francesco, Evangelii Gaudium (2013): n. 79-100, sul discernimento e sul rifiuto dell’uniformità apparente.
Fonti teologico-spirituali e culturali contemporanee
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Luigi Giussani, Il senso religioso (Rizzoli, 1997).
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Luigi Giussani, Il rischio educativo (SEI, 1977).
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Joseph Ratzinger / Benedetto XVI, Introduzione al Cristianesimo (Queriniana, 1968).
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Joseph Ratzinger, Chiesa, ecumenismo e politica (Paoline, 1987).
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Romano Guardini, Il Signore (Morcelliana, 1937).
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Hans Urs von Balthasar, Gloria. Una estetica teologica, vol. I-VII (Jaca Book, 1965-1989).
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Comunità di Comunione e Liberazione, Appunti di metodo e giudizio cristiano (1976-2004).
Riferimenti biblici
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Lc 11,23 – “Chi non è con me, è contro di me.”
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Lc 1,38 – “Eccomi, avvenga di me secondo la tua parola.”
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Gv 18,37 – “Per questo io sono nato: per rendere testimonianza alla verità.”
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Ef 4,15 – “Vivendo secondo verità nella carità.”
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Mt 16,18 – “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa.”