Giancarlo Restivo

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Search in posts
Search in pages

1. Introduzione: la riforma del Rituale (2021)

Nel 2021, il Gran Magistero dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, guidato dal Cardinale Gran Maestro Fernando Filoni, ha promulgato un nuovo Rituale per l’investitura dei Cavalieri e delle Dame.
Questa riforma si inserisce in un contesto più ampio di aggiornamento dei testi fondamentali dell’Ordine: Statuto, Regolamento Generale, Libro della Spiritualità, Documento di Formazione.

Scopo della riforma:

  • Uniformare le pratiche liturgiche in tutte le Luogotenenze del mondo;

  • Riportare al centro l’essenza spirituale della vocazione cavalleresca;

  • Ristabilire un equilibrio tra tradizione e semplicità evangelica.


2. La rimozione della spada dalla cerimonia d’investitura

Uno degli aspetti più significativi e simbolici della riforma è l’assenza della spada nella cerimonia di investitura.
Essa viene mantenuta esclusivamente nella Veglia di Preghiera, che precede la cerimonia solenne e ha un carattere più intimo e spirituale.

Motivazioni della riforma:

  • Evitare fraintendimenti di tipo militarista o storico-romantico;

  • Enfatizzare la dimensione spirituale e caritativa del servizio cavalleresco moderno;

  • Esplicitare che la lotta del cavaliere oggi è interiore, missionaria, culturale e sociale, e non armata.


3. La spada nel rito cavalleresco: significato tradizionale

Nella tradizione cristiano-cavalleresca, la spada è molto più di un’arma. Essa rappresenta:

  • Il discernimento spirituale: “La parola di Dio è spada a doppio taglio” (Ebr 4,12);

  • La difesa dei deboli e della verità;

  • L’autorità ricevuta per servire Cristo e la Chiesa;

  • Il giuramento di fedeltà fino alla morte;

  • La separazione dal mondo vecchio: il colpo della spada segna il passaggio alla nuova vita nel cavallerato cristiano.

Per secoli, l’investitura cavalleresca prevedeva il gesto centrale della “collatio gladii”, ovvero l’imposizione simbolica della spada sul capo, segno dell’elezione divina a un compito di protezione.


4. Le conseguenze simboliche e teologiche dell’assenza della spada

🌿 Positivamente:

  • Si evita il rischio di folklore militarista;

  • Si pone l’accento sulla spiritualità evangelica del servizio;

  • Si valorizza la Parola e l’Eucaristia come vere “armi” del cavaliere di oggi.

⚔️ Criticamente:

  • Si perde un gesto potente di consacrazione cavalleresca, fortemente legato alla tradizione;

  • Il rischio è una cavalleria “intellettuale” o borghese, disincarnata dalla simbologia del combattimento spirituale;

  • Alcuni potrebbero percepire una rottura con l’ethos cavalleresco tramandato nei secoli.

La sfida, dunque, è rivalutare la spada non come oggetto, ma come segno. Il cavaliere non ha bisogno di “portare” la spada, ma di essere lui stesso spada affilata nella mano di Cristo.


5. La Veglia come nuovo fulcro del gesto cavalleresco

Con la traslazione della spada alla Veglia, il momento dell’“armamento spirituale” diventa più profondo e personale.
Durante la Veglia:

  • La spada viene benedetta, ma non brandita militarmente;

  • Il candidato contempla il significato del suo impegno;

  • Si valorizza la dimensione orante e penitenziale.

In questo modo, la spada perde l’estetica della forza e assume il significato della croce da portare, arma invisibile del cavaliere cristiano.


6. Verso una nuova comprensione della cavalleria

Il nuovo Rituale suggerisce che la vera cavalleria cristiana è interiore:

  • Non si impone con la forza, ma si propone con la testimonianza;

  • Non uccide, ma salva;

  • Non domina, ma serve;

  • Non si difende con l’acciaio, ma con il cuore puro, lo spirito di preghiera e la carità attiva.

In questo senso, il cavaliere del Santo Sepolcro è chiamato a vivere il combattimento spirituale alla luce del Sepolcro vuoto, segno della vittoria definitiva di Cristo.


7. Conclusione: tra Tradizione e Rinnovamento

Il nuovo Rituale ci interpella: siamo pronti a vivere la cavalleria come testimonianza di Cristo Risorto, senza appoggiarci più ai segni esteriori della forza?

La spada resta, ma non è più nella mano, bensì nel cuore.
E come dice Sant’Ignazio di Antiochia:

“Porto in me il ferro di Dio: la mia fede è la mia armatura, la carità la mia lancia, la croce la mia spada, la mia anima il campo di battaglia.”


Per approfondire

  • Nuovo Rituale dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (2021), Gran Magistero

  • Statuto e Regolamento Generale (edizione 2025)

  • Benedetto XVI, Gesù di Nazaret – dalla Trasfigurazione alla Risurrezione

  • Jean Flori, La cavalleria. Storia e mito tra Medioevo e modernità


Lezione a cura di
Prof. Giancarlo Restivo
Direttore della Schola “Carlo Magno”

Condividi su: