Giancarlo Restivo

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1. Un avvenimento da vivere, non un rito da recitare

Nel cuore della cavalleria cattolica non c’è un’etichetta né una formula, ma un avvenimento: il rapporto personale con Cristo che entra nella carne della storia e, in essa, provoca un’appartenenza nuova. Il cavaliere prega non per adempiere un dovere, ma perché mendica una Presenza. È un uomo che si abbandona all’opera di un Altro, che afferma Cristo nel mondo con il proprio respiro. Per questo ogni vera preghiera è anzitutto adesione: un sì a un Tu che chiama.

2. La forma storica della preghiera del cavaliere

I cavalieri cristiani, fin dalle origini, hanno ricevuto dalla Chiesa una forma semplice ma profondamente incarnata di vita orante:

  • Preghiera del mattino: con il segno della croce e il Pater, il cavaliere offriva la giornata e l’opera alla Madonna. L’aurora era vista come un’immagine della resurrezione. Il saluto all’alba era una professione di speranza.

  • Lodi e Vespri: soprattutto nei monasteri cavallereschi o nei capitoli degli ordini religiosi-militari (Templari, Ospitalieri), si recitavano brani del Breviario Romano, oppure i Salmi. L’ordine del giorno era scandito dalla liturgia delle ore, la preghiera della Chiesa.

  • L’Angelus (tre volte al giorno): suonava la campana e il cavaliere si fermava, ovunque fosse. Era un richiamo alla memoria dell’Incarnazione. In quel momento tutto si fermava, e l’azione si convertiva in preghiera. Il Mistero si fa carne ora, di nuovo.

  • Il Rosario: divenne nel tempo la spada spirituale del cavaliere. Ripetere l’Ave Maria era come impugnare l’arma con cui Maria schiaccia il serpente. Il Rosario diventava ascèsi, memoria e offerta.

  • La Messa quotidiana (o almeno domenicale): era il vertice della vita orante. Non come precetto, ma come appartenenza a un Popolo radunato, come accettazione del disegno di un Altro che nel sacrificio eucaristico si rende di nuovo presente.

3. Il cuore della preghiera cavalleresca: obbedienza e offerta

Un tratto costante nella preghiera del cavaliere non è il sentimentalismo ma la virtù dell’obbedienza. La preghiera non è per chiedere ciò che vogliamo, ma per imparare a volere ciò che Dio vuole. È ascesi della volontà, amicizia con l’Essere.

Ogni preghiera si fa così:

  • Lotta: per mantenere fede alla Presenza incontrata.

  • Sacrificio: per offrire tutto – battaglie, onori, cadute – per l’opera di un Altro.

  • Domanda: come un bambino che tende la mano a suo padre. La vera preghiera è sempre mendicanza.

4. I momenti privilegiati della preghiera

Oltre alla scansione liturgica, esistevano momenti speciali:

  • Prima della battaglia: spesso i cavalieri si inginocchiavano in terra nuda, recitando il Confiteor, il Padre nostro e l’invocazione a San Michele, protettore dei combattenti.

  • Dopo la vittoria o la sconfitta: si recava il Te Deum oppure il Miserere, secondo l’esito. Ma in entrambi i casi, la gloria era attribuita a Dio. Il cavaliere non esulta per sé, ma adora l’azione del Mistero nella storia.

  • Davanti alla Croce o all’Eucaristia: l’adorazione silenziosa era il culmine della giornata. Molti cavalieri, prima di morire, domandavano di essere posti distesi in chiesa, con lo sguardo verso il crocifisso.

5. Le preghiere principali della tradizione cavalleresca

  • Pater Noster: la preghiera del combattente. “Sia fatta la tua volontà” era il giuramento del cavaliere.

  • Ave Maria: preghiera della tenerezza e della fedeltà. Maria è la Stella del mare, guida nei pericoli del mondo.

  • Salve Regina: canto dell’esilio, il grido del pellegrino: “a te sospiriamo, gementes et flentes in hac lacrimarum valle”.

  • Credo: la professione di fede era spesso detta in piedi, con la spada levata. Era la dichiarazione dell’appartenenza: “Credo… in un solo Signore Gesù Cristo”.

  • Preghiera del cavaliere (ad esempio quella attribuita a San Bernardo o a San Luigi): formula personale di dedizione e offerta, usata anche nei riti di vestizione.

6. Un modo nuovo di pregare oggi

Ritrovare la preghiera dei cavalieri non significa ripetere le formule del passato, ma rientrare in quel modo di stare davanti al Mistero: riconoscersi mendicanti, offrire la propria opera, affermare Cristo nella carne del mondo.

È il cammino di chi vive ogni gesto – lavoro, famiglia, battaglia o silenzio – come atto di appartenenza a Lui. La preghiera cavalleresca è, in fondo, una vita data per un Altro.

Ecco i due testi originali delle preghiere più celebri attribuite alla cavalleria medievale, in particolare:

1. Preghiera del Cavaliere attribuita a San Bernardo di Chiaravalle (in latino ecclesiastico)

(Fonti ispirate al De Laude Novae Militiae, con forma orante successiva adottata in ambienti templari e cistercensi)

Oratio Militis Christi

Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam.

Domine Iesu Christe,
dux militiae caelestis,
da nobis, indignis servis tuis,
gratiam tuam, ut in pugna vitae huius
recte militemus pro veritate tua.

Conforta cor nostrum
ad sustinendum pericula,
ad resistendum malo,
ad defendendum pauperes et innocentes.

Fac ut gladius noster sit iustus,
manus nostrae mundae,
et fides nostra firma usque ad finem.

Dona nobis humilitatem in victoria,
constantiam in tribulatione,
et caritatem in omnibus actibus nostris.

Fac ut non quaeramus gloriam nostram,
sed tuam gloriam solam.

Per Christum Dominum nostrum.
Amen.

2. Preghiera attribuita a San Luigi IX (in latino medievale, forma epistolare orante)

(Testo tratto dalla Lettera al figlio Filippo – Lettre à son fils, adattato in forma orante latina)

Exhortatio Regia Sancti Ludovici ad Filium suum

Fili carissime,
dilige Dominum Deum tuum
ex toto corde tuo et ex tota anima tua:
haec est via verae nobilitatis.

Time Deum semper,
et esto devotus in oratione,
simplex in moribus,
rectus in iudicio.

Defende pauperes,
protege viduas,
serva Ecclesiam sanctam,
et pugna pro iustitia,
etiam usque ad mortem.

Noli velle superare inimicos per superbiam,
sed per misericordiam et veritatem.

Respice crucem Christi
et memor esto Passionis eius,
ut discas pati cum patientia
et vincere cum humilitate.

Sic fiet ut sis verus miles Christi
et heres Regni caelorum.

Amen.

Bibliografia storica e spirituale sulla preghiera cavalleresca

Fonti primarie e testi medievali

  1. San Bernardo di Chiaravalle, De Laude Novae Militiae (1128)

    • Testo fondamentale per comprendere la teologia spirituale dei Templari e della cavalleria cristiana.

    • Edizione consigliata: Elogio della nuova cavalleria, a cura di G. Cremaschi, Jaca Book, Milano 2010.

  2. San Luigi IX Re di Francia, Lettre à son fils Philippe

    • Testamento spirituale del re crociato al futuro Filippo III.

    • In: Recueil des Historiens des Gaules et de la France, Tome XX, CNRS, Paris.

    • Trad. it.: in I re santi. Luigi IX e le virtù del sovrano cristiano, a cura di S. Bertolini, Paoline, 2002.

  3. Ordo Equestris Templi (Rituali Templari del XII-XIII sec.)

    • Contiene formule di preghiera e voti recitati all’ingresso nell’Ordine.

    • In: Rituel du Temple, ed. Malcove Collection, Bibliothèque Nationale de France.

  4. Regula Magistri e Regula Benedicti

    • Regole monastiche che hanno influenzato profondamente la preghiera quotidiana anche dei cavalieri legati a ordini monastico-militari (Cistercensi, Templari, Ospitalieri).

Fonti liturgiche e devozionali medievali

  1. Breviarium Romanum (sec. XIII-XVI)

    • Fonte primaria per la liturgia delle ore (Lodi, Vespri, Compieta) usata anche nei capitoli cavallereschi.

  2. Liber Usualis (Abbazia di Solesmes, ed. moderna 1961)

    • Raccolta di canti gregoriani, antifone e preghiere mariane (Angelus, Salve Regina, ecc.) recitate dai cavalieri nei monasteri e nei campi.

Studi moderni e interpretazioni spirituali

  1. Jean Flori, La cavalleria (Il Mulino, Bologna, 1995)

    • Studio fondamentale sull’origine e sullo spirito religioso della cavalleria.

  2. Régine Pernoud, Templari: una cavalleria cristiana (Jaca Book, 2001)

    • Autrice cattolica di riferimento, esplora anche gli aspetti spirituali della cavalleria templare.

  3. Franco Cardini, Alle radici della cavalleria medievale (Laterza, 2002)

    • Inquadra la spiritualità cavalleresca in relazione a liturgia, pellegrinaggio e guerra santa.

  4. Luigi Giussani, Il senso religioso, Perché la Chiesa, Il rischio educativo

  • Fonti ispiratrici del linguaggio usato per la lezione, specialmente nella dimensione dell’avvenimento, dell’appartenenza e della domanda religiosa.

Fonti complementari e agiografiche

  1. Acta Sanctorum (Bollandisti) – vol. Augusti e Septembris

  • Per le fonti agiografiche su San Luigi IX e le sue orazioni.

  1. Codex Calixtinus (XII sec.)

  • Testo liturgico e spirituale del pellegrino a Santiago: contiene preghiere e canti usati anche da cavalieri in viaggio.

  1. Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana

  • Per la teologia della preghiera, della liturgia e del combattimento spirituale (parr. 2558-2565; 2725-2745).

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