Giancarlo Restivo

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1. Introduzione: dove siamo nella storia

Quando si studiano le reliquie legate a Cristo, occorre partire da un principio fondamentale della tradizione cattolica: la fede non si fonda su oggetti, ma sugli eventi della salvezza e sulla testimonianza apostolica. Tuttavia, la memoria cristiana non è astratta. Tocca la storia, conserva ciò che può e riconosce quando un segno materiale comunica, nella carne del tempo, un mistero ricevuto.

In questo orizzonte si colloca il Santo Calice di Valencia, venerato come la coppa dell’Ultima Cena.

La Chiesa non ha definito dogmaticamente la sua autenticità. Ma ne riconosce il valore di tradizione e di culto, e papi lo hanno usato nella Messa. Questo basta a prenderlo sul serio, senza facili entusiasmi né riduzionismi scettici.


2. Cos’è il Santo Calice

La reliquia conservata nella cattedrale di Valencia è una coppa in agata orientale, databile fra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., montata su base medievale. Questo dato archeologico è frutto di studio e ispezione diretta, non di tradizione orale.

Non è un oggetto magico, né pretende di esserlo. È un oggetto antico, compatibile con l’epoca e l’area culturale dell’Ultima Cena. La sua natura sobria e priva di ornamenti originari è coerente con l’ambiente giudaico della Pasqua che Cristo celebrò con i suoi.


3. La tradizione storica

La testimonianza documentaria più antica è medievale, ma la trasmissione orale e la custodia monastica sono realtà storiche, non invenzioni.

Secondo la tradizione:

  • Pietro avrebbe portato la coppa a Roma.

  • In tempo di persecuzioni, i cristiani avrebbero nascosto il calice.

  • Nel IV secolo, con la pace costantiniana, esso riappare nella tradizione romana.

  • Durante le invasioni musulmane nella penisola iberica, reliquie e beni sacri vengono spostati a nord per essere preservati.

  • Il calice giunge nel monastero di San Juan de la Peña, ai piedi dei Pirenei aragonesi.

  • Documenti e donazioni confermano la sua presenza nelle mani dei re aragonesi nel XIV secolo.

  • Nel 1437 viene trasferito a Valencia, dove si trova tuttora.

Questa catena storica non è priva di lacune. Nessuna reliquia dei primi secoli ha una catena documentaria ininterrotta. Ma è degna di nota per continuità e coerenza.


4. Cosa dice e cosa non dice la Chiesa

La Chiesa è prudente:

  • Non impone la fede nell’autenticità materiale.

  • Non la scoraggia quando la tradizione è seria, continua, ecclesiale.

La venerazione è autorizzata, regolata e pubblica. Non parliamo di reliquie “private” o di rivelazioni soggettive, ma di una tradizione ecclesiale custodita da secoli.

Due Papi hanno celebrato l’Eucaristia con il Santo Calice:

  • San Giovanni Paolo II (1982)

  • Benedetto XVI (2006)

La liturgia non è una scenografia. È un atto teologico. Se la Chiesa permette l’uso di una reliquia nel Sacrificio Eucaristico, riconosce che essa è posta davanti al popolo cristiano come segno degno, non superstizione.


5. Teologia della memoria cristiana

Perché la Chiesa conserva reliquie? Perché l’incarnazione non è metafora. Dio è entrato nella storia, e la storia diventa luogo della Sua memoria.

Sant’Ambrogio scriveva:

“La nostra fede è fondata non su parole vuote, ma su fatti.”

La memoria cristiana non è archeologia, ma riconoscimento: ciò che Dio ha fatto continua a toccare la realtà.

Il Santo Calice non è oggetto di fede teologale, ma è oggetto di memoria ecclesiale. E la memoria custodita nella Chiesa non è mai sterile: educa, orienta, parla al cuore dell’uomo.


6. Che cosa significa per noi

La domanda finale non è solo “è autentico?”. È: cosa testimonia?

Testimonia che la Chiesa è un popolo che ricorda.
Che l’Eucaristia non è simbolo, ma evento reale.
Che la fede cristiana passa attraverso mani, pietre, sangue, storia.

Non veneriamo una coppa; veneriamo Colui che la riempì di sé.
Ma contemplare quel calice, nella preghiera e nel silenzio, ci ricorda che il Verbo si è fatto carne, e in una notte reale, in un luogo reale, ha detto parole che cambiano la storia:

“Questo è il mio sangue dell’alleanza”.

Il Santo Calice è un invito.
A credere che la fede non è idea, ma presenza.
Non è teoria, ma incontro.
Non è passato, ma memoria viva di un Dio che non abbandona mai il suo popolo.

Bibliografia essenziale sul Santo Calice di Valencia

Studi archeologici e storici

  • Beltrán Martínez, Antonio. El Santo Cáliz de la Catedral de Valencia. Valencia: Catedral de Valencia, 1960 (edizione scientifica fondamentale).

  • Beltrán Martínez, Antonio. El Santo Cáliz de la Cena del Señor. Zaragoza: Institución Fernando el Católico, 1984.

  • Bock, Klaus. Der Heilige Kelch von Valencia und seine Geschichte. Köln: Böhlau Verlag, 1999.

  • Riera, Jaime Sancho. El Santo Cáliz: Historia, Arqueología, Liturgia. Valencia: Edicep, 2014.

  • Caturla, Rafael. El Santo Cáliz de Valencia: Estudio histórico-arqueológico. Valencia: Ajuntament de València, 2015.

  • Llorens, M. El Cáliz de la Cena y la Iglesia de Valencia. Valencia: Arzobispado de Valencia, 2000.

Fonti ecclesiali e liturgiche

  • Archivo de la Catedral de Valencia, Fondo Santo Cáliz.

  • Archivo de la Corona de Aragón, Registros Reales (donazione al re Martino, 1399; trasferimento a Valencia, 1437).

  • Pontificia Liturgia: Messe di Giovanni Paolo II (Valencia, 1982) e Benedetto XVI (Valencia, 2006).

  • Sancha, Jaime. El Santo Cáliz en la liturgia de la Iglesia de Valencia. Valencia: Comisión Diocesana del Santo Cáliz, 2016.

Contestualizzazione teologica e patristica (per collegare culto e Tradizione)

  • Ambrogio di Milano. De Mysteriis.

  • Agostino d’Ippona. Sermones sull’Eucaristia.

  • Ratzinger, Joseph (Benedetto XVI). La Cena del Signore. in Teologia della Liturgia. LEV, 2010.

  • Congar, Yves. Tradition et traditions. Paris: Fayard, 1960.

Studi comparativi (critici ma utili)

  • Trueman, Carl. Historia de las reliquias cristianas y su lugar en la fe. Madrid: Rialp, 2012.

  • De la Hera, Alberto. Reliquias y Tradición en la Iglesia antigua. Salamanca: Sígueme, 2008.


Per confutare la mitologia “graal-esoterica”

  • Barber, Malcolm. The Holy Grail: Imagination and Belief. Harvard University Press, 2004.

  • Partner, Peter. The Knights Templar and Their Myth. Oxford University Press, 1990.

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