Nel cuore del Pontificato di Papa Leone XIV si manifesta un chiaro segno dei tempi: il rinnovamento della cavalleria cattolica come forma viva di testimonianza cristiana nel mondo. Un messaggio forte e inequivocabile è giunto oggi, 24 giugno, dalla Biblioteca privata del Palazzo Apostolico, dove il Santo Padre ha ricevuto in udienza privata il Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il Cardinale Fernando Filoni, accompagnato da S.E. Mons. Tommaso Caputo.
Durante l’incontro, il Cardinale Filoni ha illustrato la natura e le finalità dell’Ordine, sottolineando il legame profondo con la Terra Santa, la vocazione spirituale dei suoi membri e la rilevanza ecclesiale dell’Ordine, sia a livello universale che locale. A conferma dell’attenzione del Papa verso l’Ordine, è stato ricordato come, nella recente processione del Corpus Domini a Roma, sia stato proprio Leone XIV a volere che il Pallio sotto cui Egli portava il Santissimo Sacramento fosse retto da Cavalieri e Dame del Santo Sepolcro. Un gesto di altissimo valore simbolico e spirituale.
Ma è l’annuncio di due iniziative storiche a segnare una svolta nella missione della cavalleria cattolica.
1. Il primo Santo Cavaliere del Santo Sepolcro
S.E. Mons. Caputo ha anticipato che il Papa proclamerà presto Santo il Beato Bartolo Longo, primo Cavaliere laico dell’Ordine a salire agli onori degli altari. Si tratta di una dichiarazione potente: la santità non è solo per religiosi e sacerdoti, ma anche per i laici che vivono la propria vocazione nel mondo, incarnando i valori del Vangelo in forme cavalleresche, fatte di fede, servizio, carità e difesa della presenza cristiana in Terra Santa. Bartolo Longo, avvocato, convertito e apostolo del Rosario, rappresenta così il prototipo del cavaliere cristiano contemporaneo.
2. La nascita degli “Amici dell’Ordine”
Papa Leone XIV ha anche espresso il desiderio di estendere l’orizzonte dell’Ordine attraverso l’inclusione di altri laici e laiche che, pur non potendo entrare formalmente tra i membri, desiderano partecipare alla sua missione spirituale e caritativa. Nasce così l’idea degli “Amici dell’Ordine”, una comunità aperta di battezzati che abbracciano il carisma cavalleresco del Santo Sepolcro e ne sostengono le opere, contribuendo alla diffusione di una spiritualità cavalleresca radicata nel Vangelo.
Queste decisioni si inseriscono in un più ampio disegno del Papa di rinnovare il volto della Chiesa attraverso una fede radicale, incarnata da uomini e donne pronti a vivere la cavalleria non come ornamento del passato, ma come forma evangelica di vita cristiana, combattiva e contemplativa, vissuta nella carità, nella giustizia e nella missione.
Con questo gesto, Leone XIV indica chiaramente che gli Ordini cavallereschi riconosciuti dalla Santa Sede non solo hanno un ruolo, ma sono chiamati a rinascere nello Spirito, a partire dal Santo Sepolcro, che riceve nuova linfa spirituale e missionaria. Il riconoscimento della santità di un suo cavaliere e l’apertura ampia ai laici ne sono il segno evidente.
Chiunque oggi parli di cavalleria cristiana non può ignorare che la Chiesa ha già i suoi ordini, ne indica la via, e li radica nel mistero della Redenzione. Nessuna iniziativa “pseudo-templarista” o autoreferenziale può vantare il riconoscimento ecclesiale che viene, invece, rinnovato e fortificato nel Santo Sepolcro, Ordine Pontificio per eccellenza.
Il futuro della cavalleria cattolica è aperto, ma ha radici antiche e salde. E il Papa ha appena gettato un nuovo seme.
Un seme che profuma di santità, fraternità e missione.
A cura della Schola Carlo Magno
Studium Culturae, Historiae, Ordinis, Legationis et Artis
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