Giancarlo Restivo

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C’è un oggetto, piccolo come una pietra levigata, che inizia a comparire nelle tasche e sulle divise degli operatori.
Non ha schermo, non ha tasti. Ma sente, interpreta, agisce.
È un Guardian AI, un assistente intelligente al servizio della sicurezza sul lavoro.

Alcuni lo stanno già testando nei cantieri del Texas. In Europa, se ne discute a livello di ricerca e prototipazione.
Il concetto è chiaro: una tecnologia indossabile che rileva stress, rumore, calore, postura, umidità, comportamenti scorretti…
E ti dice: “Fermati un attimo. Sei troppo affaticato.” Oppure: “Indossa il casco. Stai entrando in una zona pericolosa.”

Futuro? No. È presente. È adesso.

E in questo scenario, il consulente tecnico – RSPP, ASPP, ingegnere, formatore – si trova di fronte a una sfida decisiva: come restare centrale, in un mondo dove la macchina “vede” e “interpreta”?

Secondo il D.Lgs. 81/08, art. 28, la valutazione dei rischi deve tener conto di:

  • strumenti tecnici disponibili

  • evoluzione della tecnologia

  • organizzazione del lavoro

Inoltre, l’art. 15 comma 1 lett. c) richiama il principio generale di adeguamento del lavoro all’uomo, che oggi significa anche: uso intelligente delle tecnologie digitali.

Non basta. L’AI Act europeo (in via di approvazione definitiva) classifica l’uso dell’IA nella sicurezza sul lavoro come “high-risk system”.
Vuol dire che ogni impresa dovrà:

  • assicurare trasparenza e tracciabilità

  • formare i lavoratori su come funziona l’AI

  • e… affidarsi a consulenti capaci di integrare etica, diritto e tecnologia.

Uno studio di McKinsey & Co. (2023) ha mostrato che:

  • Il 23% delle aziende europee sta testando IA in ambito HSE

  • L’83% dei dirigenti prevede un impatto significativo sulle attività di sorveglianza e audit nei prossimi 5 anni

In Italia, l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano ha già segnalato, nel suo report 2024, come le PMI nel settore logistico e manifatturiero stiano iniziando a sperimentare wearable AI per la prevenzione di infortuni legati a sforzi, rumori e stanchezza.

Chi lavora nella consulenza tecnica lo sa bene:
molto del nostro tempo è assorbito da attività standardizzate:

  • rilievi fonometrici

  • misurazione di microclima e vibrazioni

  • compilazione di DVR, POS, DUVRI

  • redazione di checklist e verbali

  • vigilanza comportamentale sul campo

Tutte attività previste dalla legge, ma che oggi possono essere automatizzate.
L’AI, se ben programmata, è perfetta nel rilevare, registrare, avvisare, catalogare.

E quindi?

Serve una trasformazione culturale e professionale.
Il consulente che vorrà sopravvivere ed eccellere sarà:

  • un analista del rischio in tempo reale

  • un interprete dei dati raccolti da sistemi AI

  • un formatore dei lavoratori all’uso consapevole dell’AI

  • un supervisore etico e normativo della macchina

  • un progettista di soluzioni integrate uomo-macchina

I principi dell’ISO 45001:2018 già oggi richiedono che la sicurezza non sia solo normativa, ma parte della strategia organizzativa proattiva.
La figura del consulente tecnico dovrà evolversi in quella di facilitatore, educatore, coordinatore di sistemi intelligenti.

Il vero valore aggiunto sarà:

  • saper comunicare con il vertice aziendale

  • saper formare il lavoratore all’interazione uomo-AI

  • saper governare la tecnologia, non subirla

Pensare che “questa roba da noi non arriverà” è un errore pericoloso.

Perché sta già arrivando.

Secondo un report di Accenture (2024), entro il 2028:

  • Il 70% delle aziende manifatturiere europee utilizzerà AI in almeno una funzione HSE

  • Il 40% delle PMI avrà sensori predittivi per rischio infortuni

  • Il 50% dei compiti operativi HSE di primo livello sarà automatizzato

Questa non è la fine del consulente tecnico.
È l’occasione per tornare a essere centrale, autorevole, riconosciuto.

Chi saprà abbracciare l’AI come strumento e non come nemico, diventerà il nuovo punto di riferimento.
Perché la sicurezza non è un file Excel. 
E per questo, ha bisogno di esperienza, giudizio e responsabilità. Cose che nessuna AI potrà mai avere.

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