Il cavaliere è colui che dà la vita per i propri amici e che ama i propri nemici, fino a raggiungerli con la testimonianza del suo sacrificio perché si convertano. La sua battaglia non è mai contro la carne e il sangue, ma contro ciò che nega Cristo. La sua arma non è la violenza, ma la testimonianza; non l’imposizione, ma la carità; non l’odio che divide, ma l’amore che trasfigura.
Abbiamo riconosciuto che la vera fraternità nasce quando si porta a un altro ciò che si è incontrato. Non siamo insieme per simpatia naturale o per amicizia soltanto — l’amicizia è una grazia — ma perché ci è accaduto un Avvenimento. Un Avvenimento che ci ha radunati in un “noi” nuovo, in una compagnia che non è frutto di scelta nostra, ma dono dello Spirito. Giorgio Gaber, nella Canzone dell’appartenenza, cantava: «sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi». Questo “noi” è il segno di un destino che ci ha raggiunti, e per questo chiediamo ogni giorno la grazia di appartenere a un luogo dove il Mistero si faccia sentire.
Due parole sono decisive per il cavaliere: appartenere e obbedire. Appartenere significa riconoscere che la propria vita non è possesso da difendere, ma dono ricevuto e consegnato a Cristo. L’appartenenza non è vincolo che restringe, ma respiro che apre: è coscienza che il mio io fiorisce dentro un popolo, e che solo in esso può diventare sé stesso. L’obbedienza è la forma concreta di questa appartenenza: non seguire i propri capricci, non ergersi a misura di tutte le cose, ma lasciarsi condurre da un Altro, accettando che la radice della propria azione sia un Tu e non l’io. Così il cavaliere non è un guerriero isolato, ma un uomo nuovo, pronto a morire per l’opera di un Altro.
Amare la realtà, così come ci è data, è la nostra vocazione. Anche quando costa fatica, perché la fatica non è un ostacolo ma la strada che ci permette di sentire la vita più nostra. Il cuore si spegne se non è alimentato, e allora l’uomo diventa fuggiasco, scappa dalle circostanze come un vigliacco. Ma il cavaliere non fugge: rimane, affronta, colpisce se serve, perché sa che tenere vivo il cuore è la condizione per non perdere l’occasione che un Mistero può offrirgli da un momento all’altro, bussando alla sua porta.
Il cristianesimo non è nato come idea o come progetto, ma come un Avvenimento che ha cambiato la storia. Allo stesso modo, la cavalleria cristiana non è nostalgia del passato, ma risposta presente a un richiamo che ci raggiunge oggi e ci consegna un compito. Il cavaliere cristiano vive la sua promessa come adesione a Cristo e appartenenza alla Chiesa, certo che la sua vita è segnata da un destino buono e che nulla di ciò che è offerto a Cristo va perduto.
La compagnia dei cavalieri è già segno di un mondo nuovo, come l’onda piccola di un sassolino che smuove tutta l’acqua. Non è un progetto umano, ma la testimonianza che Cristo è vivo e che la sua Presenza cambia l’uomo e la storia. La Regola non è legge che opprime, ma custodia di questa Presenza: una preghiera quotidiana che tiene desto lo sguardo, la condivisione dei bisogni perché nessuno resti solo, la testimonianza davanti al mondo di ciò che si è incontrato.
La vita cavalleresca si alimenta attraverso momenti comuni: le lezioni di cavalleria cattolica, i pellegrinaggi, i ritiri, le veglie etc… Non sono appuntamenti esterni, ma il cammino stesso con cui il Mistero educa il cuore. Così le virtù cavalleresche non sono valori astratti ma carne viva: la fede, che è adesione a un Avvenimento; la carità, che è aiuto al compagno e testimonianza al mondo; l’obbedienza, che è riconoscere un Altro come origine della propria azione; il coraggio, che è la certezza che Cristo è più forte del male; la castità, che è lo sguardo puro che vede ogni cosa in rapporto a Cristo.
Ecco il cavaliere cristiano: non un mito antico, ma un uomo che vive oggi l’attrattiva di Cristo, e che nella compagnia dei fratelli scopre che il sacrificio più grande — dare la vita per l’opera di un Altro — è anche la letizia più vera.
Giancarlo Restivo
Direttore della Schola “Carlo Magno” www.carlomagno.org