L’intreccio tra storia, escatologia e psicologia
2.1. Una narrazione stratificata: storia, escatologia e psiche
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo Il Destino nelle Sue Mani è la sua costruzione narrativa, che si sviluppa su più livelli:
- La dimensione storica, legata agli eventi concreti della Chiesa, alle persecuzioni e alle battaglie tra fede e potere.
- La dimensione escatologica, che si intreccia con le profezie, il destino ultimo dell’umanità e la lotta tra Bene e Male.
- La dimensione psicologica, che esplora le crisi interiori, le tentazioni e la trasformazione dei personaggi.
Questa stratificazione crea un’esperienza immersiva, in cui il lettore si muove tra passato e futuro, tra realtà e soprannaturale.
“Quello scritto dinanzi a sé, letto alla luce della rivelazione di quella notte, rimodellava ogni sua prospettiva.”
Questa frase esprime l’effetto delle profezie sui protagonisti: le rivelazioni modificano la percezione del tempo e della realtà.
Papa Benedetto XVI sottolineava:
“La storia dell’uomo non è un susseguirsi di eventi senza senso, ma il teatro di un incontro: quello tra la libertà dell’uomo e la misericordia di Dio.” (Spe Salvi, 2007)
2.2. La costruzione dei personaggi e la loro evoluzione
I personaggi del romanzo non sono figure statiche, ma si trasformano lungo la narrazione. Ognuno è chiamato a una scelta decisiva, che incide sulla propria salvezza o perdizione.
Cédric Roman: l’uomo combattuto
Cédric è un personaggio che incarna il conflitto interiore tra redenzione e condanna.
“Era il momento; ricordava che prima di morire si era sentito chiamare per nome: «Cédric Roman!» Quel nome era risuonato tre volte, prima che egli uscisse dal bar!”
Questo passaggio richiama l’episodio evangelico di Pietro, chiamato tre volte da Cristo dopo il suo rinnegamento, segno di una chiamata alla conversione.
San Tommaso d’Aquino scriveva:
“L’uomo è diviso tra la sua natura ferita e il desiderio di Dio. La sua libertà è sempre una lotta.” (Summa Theologiae, I-II, q. 83)
Angelica Diaz: la visione e il destino
Angelica è il personaggio che rappresenta la purezza e la dimensione profetica.
“Angelica poggiò il capo sul tavolo: era atterrita. Il suo pianto, prima sommesso, divenne via via sempre più morbosamente disperato e cominciò a riecheggiare nella camera. Angelica piangeva il pianto di Zelia.”
Questa scena evoca la compassione della Vergine Maria sotto la croce, un dolore che non è solo personale, ma che abbraccia il destino di tutta l’umanità.
Cristo stesso ha detto:
“Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli.” (Matteo 18,3)
2.3. Il ruolo delle visioni e delle profezie nella trama
Le visioni e le profezie sono elementi centrali del romanzo, strumenti attraverso cui i personaggi comprendono la verità e il loro destino.
Le profezie di Fatima e il Testamento di Kayafa
La storia si intreccia con rivelazioni oscure e verità nascoste, come il cosiddetto “Testamento di Kayafa”, un documento che getta un’ombra sulla figura della Vergine Maria.
“Si trattava della profezia denominata ‘Testamento di Kayafa’, che perfezionava il terzo segreto, portando in cattiva luce la Santa Vergine.”
Questa profezia richiama il mistero della lotta tra la vera Chiesa e la falsa Chiesa, un tema presente anche nelle rivelazioni di suor Lucia di Fatima.
San Paolo ci avverte:
“Anche Satana si maschera da angelo di luce.” (2 Corinzi 11,14)
Le apparizioni della Madonna: il silenzio che parla
Nel romanzo, la Madonna appare in un’aura di luce, ma senza pronunciare parole, sottolineando il valore del silenzio come via alla verità. La giornalista Giovanna Ferrante nell’introduzione alla lettura del libro, commenta:
“Magnifiche le righe con le quali Restivo narra le apparizioni della Madonna durante le quali è avvolta da intensa luminosità ma non pronuncia parole, né ammonimenti, né esortazioni. Il silenzio. Questa è la potenza delle visioni.”
Papa Francesco ci ricorda:
“Maria è la Madre che ci avverte, ci guida e ci sostiene. Non è mai troppo tardi per tornare a Dio.” (Angelus, 2017)
2.4. Un intreccio che sfida il tempo e la logica
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è la sua struttura narrativa non lineare. Il tempo si piega, e passato e futuro si sovrappongono, creando un effetto simile alla visione cristiana della storia: un tempo che non è solo cronologico, ma anche kairologico, cioè il tempo della salvezza.
*“Il racconto è sviluppato in più livelli e chiavi di lettura di cui ne evidenzio solamente due:
- Il livello romanzo, con una cronologia temporale sequenziale e di-sequenziale.
- Il livello saggio, con la tesi che Cristo è la risposta a ciò che l’uomo cerca ieri, oggi e sempre.”*
Sant’Agostino diceva:
“Il tempo non esiste in sé, ma è il modo in cui l’uomo percepisce l’eternità di Dio.” (Confessioni, XI, 14)
2.5. La storia come specchio dell’anima
Il Destino nelle Sue Mani non è solo una storia di avventura, ma un viaggio nell’anima dei suoi protagonisti e, di riflesso, in quella del lettore.
San Francesco d’Assisi diceva:
“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile.”
Così avviene anche nel romanzo: i protagonisti iniziano un viaggio che sembra fuori dalla loro portata, ma poco a poco scoprono che nulla è impossibile per chi si affida alla grazia di Dio.
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